IL MONDO DEI POETI

IL MONDO DEI POETI

(Una nuvola azzurra si è impigliata
a una stella cometa e la trascina
a passeggio nel cielo per la coda…)

I poeti non sono più di moda,
Se mai lo sono stati, e non conoscono
Altro modo di vivere che questo

Per loro è troppo tardi o troppo presto
Non cercano di dare senso al tempo
Solo la vita ha senso se è speranza

Solo di lei non hanno mai abbastanza

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DOMENICA

E a fine giornata, un pensiero per la domenica già andata…

DOMENICA

Domenica di polvere e di niente
Di rumori ovattati e di silenzi
Strade vuote, cortili senza gente

Vado a cercare i miei pensieri assenti
Devo averli lasciati sul divano
Erano stanchi di essere contenti

Li ho carezzati in viso con la mano
Come a volte si fa con i bambini
O con i gatti, mentre piano piano

La domenica scivola nel tempo
Del ricordo, oramai si lascia indietro
Voci perse tra sibili di vento

Volti perduti che forse rivedremo
Solo nei sogni o nelle sere più tristi
Parole e sguardi che dimenticheremo

Convinti di non esserci mai visti

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Ottobre, si ripensa la vita

Ottobre è il mese in cui si ripensa la vita…

Se non ci fosse ottobre a ricordare
Che a volte vivere è malinconia
Si potrebbe sorridere del male
Si potrebbe inventare una bugia

Ottobre torna sempre con memorie
Di certi giorni in cui ti eri perduto
E certi mali e certe vecchie storie
Che sei felice di avere vissuto

Ottobre è bello per chi lo sa capire
Per chi asseconda la sua tenerezza
Con Ottobre non è facile mentire
Fingere una seconda giovinezza

Lui sa cosa sei stato e cosa sei
Lui sa farti tornare a quel tuo tempo
Quando dicevi “voglio” e non “vorrei”
Affidandoti forte a un sentimento

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12 Ottobre

Ricordando Cristoforo Colombo …

12 Ottobre

Piove da stanotte qui da noi, non vuole smettere
Chissà che tempo starà facendo dall’altra parte del mondo?
Chissà se gli occhi di qualcuno osservano attraverso i vetri
Dalle tendine appena un po’ scostate con la mano
Il cielo grigio chiuso che non accenna crepe né fessure?
Chissà poi che tempo faceva quando Colombo arrivò
Dall’altra parte del mondo? Se c’era un cielo
Simile a quello che aveva lasciato a Palos…

Per tutto il viaggio solo il cielo restava uguale
A quello dimenticato su una spiaggia appena lambita dall’Oceano
Il mare accoglieva quell’inerte fragile carico di paglia
E qualche uomo sul dorso, come un insetto smarrito nell’immenso.
Qualche volta pioveva, a rinfrescare corpi e anime
E tanto di quel mare intorno che sembrava non avesse fine.
Verso sera in coperta qualcuno pregava perché giungesse presto il vento
Mentre la notte inghiottiva uomini navi e mare dentro una gola nera.

All’alba, quando gli uomini cominciavano a scuotersi di dosso
Il sale della notte e la fatica riprendeva a farsi dolore
C’era sempre qualcuno un po’ più stanco che si ostinava
A tenere serrati gli occhi, come se ancora tutto intorno
Fosse sospeso il sogno che l’alba fresca gli aveva appena portato via.
Poi venne ottobre, la sera dell’undici già stava scomparendo nella notte
E la disperazione della ciurma ormai toccava il cielo
“Un altro giorno ancora, solo un altro”, decideva Colombo.

Essere giunti fino a lì, per tanto mare, senza scopo né senso
Quando ormai la certezza era così sottile da sembrare dubbio
Non era degno del desiderio di un uomo, del sogno
Da bambino di un uomo, vedere nuovi mondi
Raggiungerli per vie mai percorse prima da altri
Dimostrare a se stesso cosa sia infine il coraggio e non soffrire
Del grande male degli uomini, la rassegnazione
Che incatena all’albero maestro azioni, desideri e volontà.

Essere lì, aspettare un altro giorno ancora, e poi
Ripercorrere il mare attraversato e lasciato alle spalle.
Conosciuto, il pericolo ormai non fa più paura, è sicura
La strada quando si è percorsa, anche dove siamo caduti.
E lasciare a un altro quel mondo ormai a portata di mano?
Sarebbe stato l’ultimo dei gesti, il più vile, la resa
Non abita nei cuori degli eroi, hasta la victoria, siempre!
Un altro giorno ancora, mentre già questo lentamente scolora.

Sul ponte di coperta i passi lenti del capitano
Si sono uditi risuonare per tutta la notte, tra poco
Giungerà l’alba, il momento dell’attesa verità
È ormai vicino e il cuore di Colombo trema
Al solo pensiero di cosa vedranno i suoi occhi
Al primo sorgere del sole, se poi dal mare
Si alzerà la caligine che copre sempre a quell’ora
L’isola che vide Ulisse venire incontro al suo destino.

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Gatti

Per la mia amica Stefania e per quelli che amano i gatti…

GATTI

Scivolano leggeri oltre la siepe, ignorano
Quell’inutile limite fra mondi, indisturbati
Si crogiolano al sole del vicino, per loro
Tutto il prato è il loro prato. E a un tratto
Come inseguendo un richiamo, fuggono
Oltre ogni siepe e ogni confine, leggeri
Nella felina brillantezza del tramonto
A inseguire invisibili falene, a incontrare
L’ora che apre le porte alla notte. Rosso
Dentro il rosso porpora del cielo, il piccolo
Acquattato nell’erba, attende l’attimo in cui
Li vedrà ritornare, li accoglierà festante
Per cancellare il graffio vivo dell’assenza

 

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Autunno

L’autunno è davvero arrivato…

Autunno, il tuo dolore distilla in mille vite
E regala quel succo che porta sempre via
Le ore più tristi e lunghe, nelle sere infinite
Passate con gli amici in lieta compagnia

Autunno, anime tenui percorrono i viali
Mentre le foglie danzano la musica del vento
E i giorni sono estatici e le notti irreali
Come una vita all’ancora affondata nel tempo
(silk)

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NONNO RIGO

Nella giornata dei nonni, voglio ricordarne uno, quello che da bambino mi teneva sulle sue ginocchia…

NONNO RIGO

Ti ricordi? Mettevi sempre il vino
Nella minestra calda
Ti piaceva quel tipo di battesimo

Ti ricordi… Perché questa domanda
Quando i ricordi esistono nel tempo?
Tu sei nell’infinito
Sei nel silenzio dello spazio eterno

Sei sempre nel mio cuore, nonno Rigo

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Ultimo giorno di università – un ricordo

Ultimo giorno di università… Questo è il ricordo…

(Marzo era quasi al termine)

Marzo era ormai al termine, e fu allora
Che giunse il momento degli addii. Saluti
Brevi e sommessi, scambiati al tavolino
Di un caffè all’aperto – un sole luminoso
Incendiava anche gli occhi alle ragazze

Cosa avrei fatto della mia vita? Incerto
Appariva ogni domani, mancava poco
Alla partenza, altri amici erano già partiti
Non si sapeva per dove, ma era certo che
Non ci saremmo mai rivisti se non per caso

Poi, sotto il portico, le ballerine sciamarono
Nei loro tutù bianchi di garza, da un teatro
Vicino ci arrivava quella musica ritmata
E quell’istante era il frammento di un sogno
Che non avremmo mai più dimenticato

(silk)

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PESO MORTO

Lo guardavo per la prima volta in tutta la sua grandezza. Così disteso, occupava una gran parte del pavimento della stanza. L’idea di sollevarlo da solo non mi andava giù, eppure dovevo farlo. Lei sarebbe tornata da un momento all’altro e non le sarebbe piaciuto trovarlo ancora lì.

Non so perché, da un po’ di tempo aveva iniziato a odiarlo; diventava nervosa solo a sentirne accennare. La prima volta che l’aveva visto, così diceva, se ne era subito innamorata; ma certe persone cambiano idea improvvisamente e non è facile farle riflettere sulle conseguenze. “Perché te ne vuoi liberare?”, le avevo detto. “Non te ne pentirai, dopo?”

Mi aveva assicurato che non lo avrebbe fatto, ma non ne ero troppo sicuro. Per questo non volevo attendere che tornasse e lo trovasse ancora lì. Sarebbe stato difficile spiegarle che…

Basta. Lo legai più stretto che potei con delle vecchie corde; mi feci coraggio, lo afferrai con forza e cominciai a trascinarlo fuori. Non so come, riuscii con molta fatica a sollevarlo, fino a farlo adagiare nel bagagliaio dell’auto, dando ogni tanto un’occhiata in giro e stando bene attento che nessuno mi notasse. Ma l’ora era piuttosto morta, ognuno era occupato nei propri affari. Si sentiva solo il rumore in sottofondo del traffico lontano. Meglio così, non avrei dovuto dare troppe spiegazioni.

Guidai fuori città fino a raggiungere un posto appartato, al termine di una strada sterrata che attraversava un bosco triste e desolato. La strada terminava improvvisamente in un precipizio. Aprii il bagagliaio per tirarlo fuori: le corde con cui lo avevo legato si erano spezzate e ora quella massa informe ciondolava da tutte le parti.

A fatica, lo trascinai fuori dall’auto, fino al bordo del precipizio, e lo feci rotolare giù per la scarpata. Era quasi buio. Sentii il rumore dei detriti smossi e trascinati nella caduta, poi silenzio. Finalmente! Mi guardai ancora intorno e risalii in fretta in macchina. Via, presto, prima che qualcuno mi costringesse a scendere laggiù, a riprendermi quel vecchio maledetto materasso!

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QUASI SERA

Con l’augurio di una buona serata agli amici…

QUASI SERA

Ancora un breve istante, e poi la luce
Scomparirà, si accenderà in altri mondi
Dipingerà altri cieli sereni, saluterà orizzonti
E si inabisserà dentro la notte. I silenzi
Torneranno a possedere le strade, le voci
Rimbalzeranno fioche dentro stanze buie
E i rumori di ogni anima svaniranno
L’ultima luce è andata, ormai dense tenebre
Calano sopra ogni vita, si ritira il mio cuore
Nella sua stanza, e si abbandona al sonno

(silk)

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