Il ricordo di un 14 luglio di qualche anno fa e di qualche secolo fa…
QUATTORDICI LUGLIO
Nel vento freddo di questa mattina polvere di storia
Negli occhi dei passanti desiderio di fuggire via
Quando ormai non c’è più niente e nessuno da attendere
Mentre la tenue musica della pioggia si infrange contro i vetri
E le auto in sosta sembrano schiere di elefanti reclusi
La Storia, la grande mangiatrice di vite, ineguale misura del tempo
Torna sempre nei luoghi che più ama, dove più sangue è stato sparso
Dove più voci hanno spezzato il silenzio delle anime del mondo
E il futuro è stato eretto pietra su pietra, le gocce di sangue
Appena lavate sono tornate a fiorire sotto calde piogge di lacrime
E quando il silenzio della sera torna a prendere possesso
Della città, delle piazze, delle vie, fino a un istante prima tumultuose
Si sente nell’aria il vociare agitato e confuso della folla, mentre la notte
Appare tesa, ineguale, appesa a un cielo nudo con quattro povere stelle
E la Rivoluzione è appena un nome che riverbera in centomila cuori