Non è il lavoro, ma la verità che rende liberi…
NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
Le grandi biblioteche disperse
I pianoforti abbandonati in soffitta
Sommersi dalla polvere, i violini
Dalle corde strappate urlano al vento, che
Vecchie imposte sconnesse non trattengono
Dove un tempo si faceva musica, una donna
Allatta un bimbo magro e stanco
Reclusa nell’inerzia dell’esistere
Dove un tempo si animavano discorsi
Giace il silenzio. La vita che trascorre accanto
Alla vita di quei giorni è ormai dolore
Nessun canto a incendiare lucide sere
Nessuna voce a declamare parole d’oro alla notte
Solo il tintinnio del denaro di chi ha venduto
I propri simili risuona per le scale
Che portano in soffitta. Lì, nascosti
Tra vecchi mobili e pianoforti muti
Giacciono esseri umani abbandonati, lasciati soli
Con la loro disperazione e il ricordo
Di quella musica che stringe ancora il cuore