Oggi avresti compiuto cento anni. Voglio ricordarti con questa foto giovanile, del 1939, in partenza per quell’Africa Orientale di cui mi avresti parlato continuamente, con ricordi via via più consumati col passare del tempo. Avresti ritrovato la tua casa soltanto dopo sette anni, passando attraverso mille peripezie e mille avventure. I miei versi sono dedicati a te.
LA TUA AFRICA
A ventiquattro anni anche il deserto può sembrare
Ospitale, amichevole persino, ogni cosa nuova
Ti commuove e ti meraviglia. Credi che questo
Possa durare all’infinito, fino a che non impari
La dolorosa solitudine della morte. Invano tenti
Di nasconderti nel più riposto angolo del mondo
Verrà a conoscerti anche lì, a ricordarti che esisti
Così, la tua Africa, quella che la retorica del regime
Chiamava la Quarta Sponda o l’Impero, ti apparve
Un abbagliante sogno giovanile. Dentro il tuo sguardo
Apparizioni di belve misteriose, luoghi mai immaginati
Così diversi dalla tua quieta campagna, aridi e roventi
Dove ogni notte si animava di stelle e fremiti di luci
In un buio senza principio né fine, rotto da mille grida
Ed era quella l’Africa che avresti raccontato un giorno
Agli occhi sgranati di un bambino, sospeso nel sogno
Di un mondo che non avresti mai più rivisto, timido
E sorpreso da quella vita che ti era stata così amica
Da ricordarti, quando di molti si era infine dimenticata
E il colore stesso della tua voce cambiava, quando
La tua Africa, tenera e confusa, ti scardinava il cuore