“Ragionevoli dubbi” di Gianrico Carofiglio (Sellerio)
A volte, avverto la strana sensazione di essere un “serial reader”, per come affronto in sequenza le opere di un singolo autore, non sempre con un ordine preciso, come potrebbe essere, ad esempio, la data di pubblicazione, ma spesso fino al quasi totale esaurimento dei libri che quell’autore ha prodotto fino allora. Per fortuna, ogni tanto qualcosa che trovo nel libro che sto leggendo, o che mi colpisce durante una conversazione, o durante la lettura di un quotidiano o di un settimanale, mi invita a prendere una strada diversa; in questi casi, saluto il mio occasionale compagno di viaggio del momento, per andare alla ricerca di nuove avventure nello sterminato impero delle lettere, lasciando sempre aperta al caso la possibilità di poterci incontrare di nuovo, un giorno o l’altro.
Come spesso accade con le persone incontrate durante una vacanza, o in qualche circostanza drammatica che ci ha accomunato, sul momento si stringe un’amicizia, che sembra poter reggere al tempo e alla distanza. Poi però, col passare dei giorni e con il ritorno alla normalità, finiamo per dimenticarci di tutto e di tutti, per tornare a pensare quasi esclusivamente ai fatti nostri.
Con Carofiglio, un conoscente, sempre sul punto di diventare amico, incontrato nel corso di una delle mie abituali “vacanze dello spirito”, è quasi accaduto questo. Dico “quasi”, perché, dopo aver affrontato in rapida successione i tre volumi che hanno per protagonista l’avvocato Guerrieri, i miei interessi si sono rivolti verso altri autori, che conoscevo già, o che mi sono stati fatti conoscere da altri lettori amici.
Si sa, tra lettori ci si intende e, soprattutto, ci si influenza. Il lettore ondivago, forse perché sento di appartenere maggiormente a questa categoria, è sempre da preferire al lettore monolitico, che si interessa magari soltanto di saggistica, o di storia medievale o di romanzi gialli o rosa. Il lettore ondivago riassume e condensa in sé decine, centinaia di questi lettori monolitici, coltiva, attraverso la lettura, interessi nei più disparati settori, concedendo al suo spirito periodi di vacanza frequenti e non necessariamente brevi.
Tornando al punto focale del discorso, cioè al mio rapporto temporaneamente interrotto con Carofiglio, il fatto di aver ritrovato sulla mia scrivania un libro, che avevo già letto, ma del quale non avevo ancora parlato, “Ragionevoli dubbi”, appunto, mi ha fatto ritornare in mente lo scrittore e le belle ore trascorse insieme. Mi chiederete allora perché non ne ho parlato prima.
Me lo sono chiesto anch’io e, dopo aver riflettuto a lungo su questo “atto mancato”, sono arrivato alla conclusione che il motivo non dipende dalla qualità dell’opera dello scrittore, peraltro sempre apprezzabile, quanto, piuttosto, da qualcosa contenuto nelle vicende che si narrano nel libro. È stato quel personaggio inquietante, l’ex picchiatore fascista, che sembra aver ossessionato l’esistenza dell’avvocato Guerrieri, che mi ha tenuto lontano dal parlare del libro.
Il conflitto interiore dell’avvocato Guerrieri – e, aggiungerei, dello stesso Carofiglio – se accettare o meno l’incarico di difendere un simile personaggio, potrebbe essere, in qualche modo, il mio conflitto interiore in una situazione analoga.
Credo che a molti della mia generazione sia capitato di incontrare, loro malgrado, picchiatori di entrambe le fazioni politiche, personaggi allora sulla cresta dell’onda ma che, nel tempo, avrebbero finito per pagare, per quella fase della loro tormentata esistenza, spesso molto più del dovuto.
Non conservo, al contrario dell’avvocato Guerrieri, particolari traumi, seguiti ad incontri indesiderati con personaggi simili, piuttosto è stato il loro modo di operare che non ho mai condiviso e, soprattutto, l’inversione a centottanta gradi che molti di loro hanno compiuto nel corso della loro vita successiva. Non ho apprezzato mai particolarmente chi ha fatto della sua prestanza fisica uno strumento per offendere, commettendo soprusi, soprattutto verso i più deboli, piuttosto che usarla come strumento per difendere.
Carofiglio parla delle vicende come se le avesse vissute in prima persona e, forse, attraverso la scrittura è riuscito ad elaborare il dolore per qualche violenza subita, o semplicemente temuta.
Un libro che aiuta a riflettere sul tempo che passa e sulla vita, proponendo all’attenzione del lettore “ragionevoli dubbi. Per questo, un libro da leggere,consigliato soprattutto ai lettori della mia generazione, perché fa pensare a cosa eravamo, un tempo, e a cosa siamo, oggi.
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