Ci hai lasciato due anni fa, ma la tua presenza è sempre più viva. E’ così che voglio ricordarti… Ciao, babbo.
7 SETTEMBRE
Eccoci qui di nuovo, eccomi ancora solo
A ripensarti, a rinverdire i ricordi, troppi
Per poterli comprimere nel solito silenzio
Che ci apparteneva. Tu e io eravamo simili
Poche parole misurate e molti aperti sorrisi
Per contrastare il mondo a volte ostile, andare
Avanti, sempre. Ricordi opachi ci legavano
I tuoi, di un tempo prima di me, riversati
Come un fresco torrente di seriche parole
I miei di te come eri, e come a volte mostrassi
Il tuo orgoglio di padre nel parlare del figlio
Già uomo fatto e istruito. Forse saresti stato
Qualcun altro in qualche altro tempo
Più generoso del tuo, in qualche altro luogo
Quando l’umanità sarà pronta a comprendere
Cosa sia il bene e quanto servano al mondo
Quegli uomini che lo coltivano. Ma questo
Ti era stato concesso e questo hai accettato
Fino in fondo, e non hai mai preteso compensi
In cambio del tuo donarti, una stretta di mano
Era per te il più ambito dei premi. La vita
Infine, ti ha risparmiato il dolore
Di soffrire per qualcosa che manca,
Quando la tua memoria fin troppo colma
Poteva esserti un fardello insostenibile
Così i ricordi si sono fatti lievi
E, giorno dopo giorno, infine ti hanno abbandonato
Libero di immaginarti un presente
Senza dolori né tristezze e non pensare
A chi ci aveva già lasciato, né a quel domani
Che si sarebbe chiuso in un lieve respiro