GLI ESAMI SONO SEMPRE GLI STESSI

GLI ESAMI SONO SEMPRE GLI STESSI. Ho perso ormai il conto di quante volte ho fatto l’esame di stato – minuscolo d’obbligo, vista la scarsa rilevanza che questo esame va assumento anno dopo anno. Quello che per me e per tutti quelli della mia generazione è stato un vero e proprio rito di passaggio, è diventato oggi una specie di gioco delle parti. Lo studente gioca a fare il bravo studente, l’insegnante il professore granitico e accigliato, il presidente super partes è sempre fuori parte e fuori luogo. Paragonato con gli esami, cosidetti di maturità, che molti di noi ricordano, quello attuale è poco più di un obbligo contrattuale, che appartiene a quel contratto non scritto tra docenti e allievi. Appena un’ appendice, una clausola accettata e sottoscritta da tutte le parti senza particolare impegno. Fra qualche giorno dovrò interrogare – anzi, colloquiare con – i miei studenti, valutati sempre da me circa venti giorni prima. Cosa può essere accaduto di tanto sconvolgente in questi venti giorni, da trasformare gli asini in scienziati e gli scienziati in asini? Solo l’ideatore della nuova (e ormai logora) formula d’esame può saperlo. Ma c’è qualcosa che non cambia mai, immutabile dalla notte dei tempi. E’ la prosopopea con la quale gli ignoti estensori dei temi della prima e seconda prova continuano a fare il proprio lavoro. Dire che hanno perso ogni contatto con la realtà è un eufemismo. Se ci fossero stati inviati da un’altra galassia non mi stupirei. Mi stupisce, al contrario, questa scarsa sintonia con il mondo che li circonda, in particolare con l’universo giovanile. Hanno mai parlato di recente con un ragazzo di diciotto-diciannove anni? Non credo. Non saprebbero che dirsi, di che parlare. Forse non hanno mai frequentato le aule scolastiche da adulti,  non hanno avuto e non hanno figli adolescenti, in grado di fungere da tramite tra loro e i propri coetanei. Una modesta proposta: promoviamoli – gli adulti! – per rimuoverli, e sostituirli finalmente con qualcuno che conosce meglio le giovani generazioni degli adolescenti, ipodati e computerizzati. Ne avremo giovamento noi, gli allievi e le tracce dei temi d’esame.

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