UN DUMAS DEI NOSTRI TEMPI

Come il lettore attento ben saprà, in questi giorni, causa anche il mio non del tutto perfetto stato di salute, sono costretto a stare in casa. Così ho tanto tempo a disposizione per leggere, e questo mi fa, naturalmente, molto piacere. Ho talmente tanto tempo che, in breve, sono venuto a capo di un pesantissimo tomo dell’ormai arcinoto Dan Brown "La verità del ghiaccio" – edito da Mondadori. Stavolta l’ambientazione è assolutamente diversa da quelle dei precedenti volumi, ultramoderna e ultra accessoriata con le più recenti (vere o false?) supertecnologie in fatto di telecomunicazioni, trasporti e strumenti di analisi e ricerca. Brown sembra essere al corrente delle ultimissime e – immagino – segretissime innovazioni in tutti questi campi e non ne fa mistero, anzi, svela con profusione di dettagli il funzionamento di strumenti e mezzi che sembrano scaturiti dalla fantasia inventiva di un migliaio di Leonardi Da Vinci. Mistero assoluto su come sia venuto in possesso di queste apparentemente segretissime informazioni. Quello che resta invariato è, invece, lo stile dumasiano della struttura del volume: capitoli brevissimi si alternano a capitoli di più ampio respiro, colpi di scena, momenti di altissima tensione e fasi di calma apparente. Il tutto in puro stile da sceneggiatura hollywoodiana, pronto per essere trasferito sul grande schermo. Certo, posto a confronto con l’Ulisse di Joyce e messo alla prova del tempo, non sembra reggere; comunque, raggiunge il suo scopo, che è, principalmente, quello di intrattenere e, secondariamente, di procurare un bel mucchio di palanche al suo autore. Proprio come Dumas…

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