LETTERATURA RUSSA?

Probabilmente, Alexandra Marinina  non entrerà nella storia della gloriosa letteratura russa. Troppi grandi autori dell’Ottocento incombono sugli scrittori russi contemporanei per non soffrire di qualche complesso di inferiorità. Ammiriamo, quindi, il coraggio di questa autrice che, anche forse per evitare insostenibili confronti, sceglie strade poco battute in patria, anche se ampiamente consolidate specialmente presso gli autori di best sellers. Mi riferisco al genere cosidetto "giallo" o "thriller" che dir si voglia, sicuramente il genere più frequentato dai lettori nel corso delle vacanze estive. Evidentemente è proprio dell’estate tingersi di questo sgargiante colore, che connota un genere, capace di intrattenere senza impegnare eccessivamente e che, molte volte, consente di frequentare scrittori non privi di abilità narrative. Stavolta termino la lettura non del tutto soddisfatto, anzi piuttosto perplesso, rinviando l’autrice "a settembre", ad una prossima prova d’appello. Sarà la difficoltà a districarsi in una trama apparentemente semplice ma eccessivamente affollata di personaggi, sarà che la lettura è andata avanti a più riprese, resta il fatto che ne sono giunto al termine quasi per dovere d’ufficio. Non ho voluto appellarmi ai "diritti del lettore", codificati da Pennac, quasi per non creare alibi alla scarsa soddisfazione che ho ricavato dalla lettura. Forse una controprova, magari effettuata da qualche mio estemporaneo visitatore, potrebbe confermare o smentire definitivamente le mie perplessità. Lascio, pertanto in questo post, le coordinate del libro in oggetto: "Giochi di morte" di Alexandra Marinina (edito da PiemmePocket) e resto in fiduciosa attesa di notizie, buone o cattive che siano, da parte di chi si trovasse a passare da queste parti e avesse letto, o ne avesse intenzione,  il libro in esame. Fatevi vivi!