Sarà per il cognome che porta, sarà per la delicatezza sempre presente nella scrittura al femminile, P.D.James sa veramente infondere una vena poetica anche nelle atmosfere dei delitti più efferati. La sovrabbondanza, a volte baroccheggiante, della sua scrittura non infastidisce, al contrario diventa elemento sostanziale per la realizzazione di quel contesto di raffinata fattura nel quale si muovono i suoi assassini, le sue vittime e i suoi poliziotti. Il fatto stesso di affidare le indagini ad un ispettore, Adam Dalgliesh, noto anche per la sua produzione poetica, la dice lunga sull’idea che James ha del giallo, un genere che viene costantemente reinventato sotto ogni latitudine e attraverso i più disparati stili narrativi. La distanza che separa P.D. James dal nostro Lucarelli, ad esempio, è abissale e ciò non va a discapito né dell’una né dell’altro. Pur restando la stessa la materia che trattano nei loro scritti, la modalità con la quale l’affrontano è talmente singolare e distinguibile che rappresenta per ciascuno di essi una specie di marchio di fabbrica, che contribuisce a renderli unici. Il lettore di gialli è, insomma, un lettore fortunato: egli può, infatti, unire l’utile al dilettevole, passare un paio di mezze giornate in piacevole compagnia dei suoi eroi e dei suoi soggetti preferiti e, nel contempo, arricchire la sua conoscenza linguistica. Anche l’analisi filosofica e l’introspezione psicologica trovano giovamento da queste che, un tempo per fortuna lontano, erano considerate letture di basso livello culturale. Basti allo scopo questa breve citazione dal libro “Una certa giustizia” della mai troppo lodata Phillis Dorothy James (edizioni Oscar Mondadori): “Una vittima moriva per ciò che era, per dove era, per quel che aveva fatto e per quanto sapeva”. L’ispettore Dalgliesh, poeta e, a modo suo, anche filosofo, non ricerca la perfezione rappresentata dall’onnipotenza della Giustizia che sempre prevale nei confronti del Male, ma piuttosto, da esperto conoscitore del mondo e del suo tanto disprezzato relativismo, si accontenta di “una certa giustizia”, quella umanamente raggiungibile. Anche se il colpevole di uno dei delitti commessi rimane impunito, si può accettarlo: “…il sistema legale è umano, e quindi fallibile… il massimo a cui possiamo aspirare è una certa giustizia.” Parola di P.D.James.
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1 risposta a QUANDO IL THRILLER DIVENTA POESIA