Ieri sera ho mangiato un primo nuovo per me Ciceri e trie, preparato dalle mani di una pugliese doc.
Mi sono fatta spiegare la ricetta:
Si preparano delle “tagliatelle” con semola di grano duro ed acqua e non si fanno molto lunghe.
I ceci, precedentemente lessati, vengono passati in padella con olio d’oliva, uno spicchio di aglio e peperoncino (o, in alternativa, del pepe macinato fresco sul piatto). Una parte dei ceci si schiaccia con la forchetta per dare cremosità mentre una parte della pasta viene fritta in olio d’oliva (trie) e asciugata bene dall’olio di frittura.
Si cuoce la pasta in acqua salata e, dopo averla scolata, si versa nella padella, si manteca aggiungendo, se occorre, un po’ di acqua di cottura della pasta e si aggiunge la pasta “fritta”.
Si serve subito.
Curiosità: in rete ho trovato:
La parola “trìa” deriva dalla parola araba “itrya” che significa pasta fritta o pasta secca; furono infatti gli Arabi per primi ad essiccare i cereali ed a friggerli in grasso animale per poter ottenere una lunga conservazione; metodo che consentiva di avere cereali nel corso dei lunghi viaggi nei deserti. La trìa del Salento identifica la tagliatella di farina e acqua senza uovo, larga circa 1,5 cm della cui quantità da utilizzare se ne frigge il 25% mentre il rimanente 75% viene lessata.
fonte: ciceri e trie
questa ricetta giuro che mi ha fatto venire l’acquolina in bocca! Adoro i ceci… Me la segno.
Buona domenica a te mia cara Maria Teresa
Ali, fammi sapere se l’hai preparata!