Einstein … da Alice

Venerdi 19 Marzo 2004 ore 21:38:50

Einstein … da Alice

Einstein

Buona sera professoressa!,
le vorrei solo inviare un paio di stralci di ciò che Einstein ha scritto e pensato. Da grande femminista e antirazzista quale sono le invio le seguenti parole proprio di pugno del mitico Albert.

Nel momento in cui una personalità eccelsa come Mme. Curie è giunta al termine della propria vita, non accontentiamoci di ricordare meramente quello che ella ha donato all’umanità con i frutti del suo lavoro. Per una generazione e per il corso della storia le qualità morali delle principali personalità del periodo hanno forse un significato ancora maggiore di quello delle conquiste puramente intellettuali. Ma anche queste ultime dipendono, in misura lungamente superiore a quella che comunemente si suppone, dalla statura morale.
Ho avuto la grande fortuna di trascorrere vent’anni di sublime e imperturbata amicizia a contatto con Mme. Curie. Ho avuto modo di apprezzarne sempre più la grandezza umana. La sua forza, la purezza della sua volontà, la sua severità con se stessa, la sua obiettività, il suo giudizio incorruttibile: erano tutte di una qualità raramente riscontrata, così riunite, in un solo individuo. Mme. Curie si sentiva costantemente al servizio della società e la sua profonda modestia non lasciava mai spazio al compiacimento. Era oppressa da un persistente senso delle difficoltà e delle iniquità sociali. Derivava da esso quella sua severità esteriore, così facilmente fraintesa da chi non le era vicino, una strana severità non attenuata da alcuna tensione artistica. Una volta che avesse riconosciuto una certa strada come giusta, la percorreva senza compromessi e con tenacia estrema.
La più grande impresa scientifica della sua vita (dimostrare l’esistenza degli elementi radioattivi e isolarli) deve la sua realizzazione non meramente a un’audace intuizione, ma a un impegno e una tenacia esecutiva in presenza di difficoltà tra le più estreme concepibili, quali la storia della scienza sperimentale non ha testimoniato spesso.
Se gli intellettuali d’Europa fossero animati anche solo da una piccola parte della forza di carattere e della dedizione di Mme. Curie, l’Europa avrebbe davanti a sè un futuro più luminoso.

Sono entusiasta e grata a Einstein per queste sue parole così onorevoli nei confronti del premio Nobel per la fisica. Però, non le sembra che puntando così tanto sulle sue doti morali, sembra che voglia un po’ frenare quelle mentali/razionali, quasi a voler ovattarle un po’, magari per timore di essere troppo controcorrente in una realtà non ancora così aperta alle donne? O forse perchè lui stesso non era ancora aperto così tanto alle donne? Se sa qualcosa mi dica pure! Credo, tuttavia, che Einstein apprezzasse sinceramente Mme. Curie, sotto tutti gli aspetti, e riconoscesse le sue doti da scienziata!

E riguardo agli ebrei (era anche lui ebreo, non è vero?):

Vorrei iniziare col raccontarvi un’antica favola, con alcuni aggiustamenti secondari, una favola che servirà a mettere in nitido risalto le molle dell’antisemitismo politico:
-Il pastorello disse al cavallo: “Sei il più nobile degli animali che calpestino la terra. Meriti di vivere in perfetta beatitudine; e in effetti la tua felicità sarebbe completa se non fosse per l’infido cervo. Ma lui si è allenato fin da giovane a superarti per agilità di piede. Il suo passo più veloce gli permette di arrivare alle pozze d’acqua prima di te. Lui e la sua tribù bevono acqua dovunque a volontà, mentre tu e il tuo puledro siete condannati alla sete. Stai con me! La mia saggezza e la mia guida affrancheranno te e la tua specie da uno stato triste e vergognoso.”.
Accecato dall’invidia e dall’odio per il cervo, il cavallo acconsentì. Si offrì alla briglia del pastorello. Perse la libertà e divenne lo schiavo del pastore.-
In questa favola, il cavallo rappresenta un popolo e il pastorello una classe o un gruppo che aspiri al dominio assoluto su quel popolo; il cervo, a sua volta, rappresenta gli ebrei.
Già vi sento obiettare: “Un racconto assai improbabile! Nessuna creatura sarebbe tanto sciocca da comportarsi come il cavallo della tua favola”. Ma riflettiamoci sopra ancora un po’. Il cavallo aveva patito gli spasmi della sete, e si sentiva spesso punto nella propria vanitò quando vedeva l’agile cervo superarlo nella corsa. Voi, che non avete conosciuto simili sofferenze e tormenti, potete trovare difficile comprendere che l’odio e la cecità abbiano spinto il cavallo ad agire con tanta sconsiderata, credulona fretta. Il cavallo, tuttavia, cadde facile vittima della tentazione perchè le tribolazioni passate lo avevano predisposto a un tale errore.

Dunque…non riesco a capire QUANTO Einstein voglia tentare di giustificare tutti i filo-antisemiti… voglio dire… posso capire quello che intende dire, credo. O forse non lo comprendo bene. Credo, tuttavia, che il pensare con la propria testa e lo spirito critico debbano far parte di una persona e della sua “mens sana”. Capisco che un popolo spinto dalla miseria e affaticato dalla povertà, dal dolore e dalla sofferenza, in preda all’ultimo barlume di speranza si attacchi a qualsiasi cosa (o persona). Ma non credo che i popoli antisemiti (o per lo meno non tutti) si trovassero (e, soprattutto, a maggior ragione, SI TROVINO) in queste condizioni. Però…prima di mettere in dubbio le sacre parole del Genio bisognerà informarsi meglio. Lei sa qualcosa a riguardo di Einstein e gli ebrei?

Tra l’altro, il fatto molto curioso, ciò che più mi meraviglia, è il rivolgersi di Einstein a un pubblico. Non lo trova un po’ contro la sua personalità introversa, o meglio, diretta tutta in un suo proprio mondo?
Lui stesso dice:
“Vivo in quella solitudine che è dolorosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità.”.
D’altro canto è sempre stato una persona isolata, proprio per il suo stesso carattere! E’ il prototipo del genio: chiuso nel suo mondo; indifferente a ciò che accade all’infuori dei suoi interessi; distaccato dalle banalità, ma scrutatore attento dei minimi particolari della complessa semplicità della vita.
Mi scuso di averla annoiata e di averle tolto tanto tempo prezioso. Mi perdoni per il disturbo causatole dalle mie divagazioni.

Con tanto Affetto
La sua blog(e non)-seguace
Alice

Le domande di Alice le rivolgo anche a chi leggerà questo articolo
Grazie Alice!
mtb

7 commenti a “Einstein … da Alice

  1. Alice [Sabato 20 Marzo 2004 ore 15:11:35]
    Grazie a lei professoressa!
    Bè…co-autrice è un “titolo” che mi rende molto onorata, davvero! Ma non credo di meritarlo: le invio solo alcune mie curiosità visto che questo sito è proprio sulla matematica. Anzi! La ringrazio per aver dato alla mia e-mail la possibilità di ricevere risposte! Grazie!

  2. complimenti per le argomentazioni che portate avanti.. veramente molto interessanti. Come vedi cara Maria Teresa io nel blog trascuro molto la mia formazione primaria e seguo di più la mia indole creativa.. diciamo che il pensiero di Weirstrass mi lusinga.. 🙂 Tornerò a trovarti presto .. buon lunedì 🙂 Alidada

  3. Cara Emmeti, va reso merito ad Alice di aver riportato i due brani di Einstein in campo “filosofico”.
    Non inorridire, ma egli è considerato anche un filosofo del 900; tra i più credibili, secondo me, proprio per la profondità del suo pensiero e l’indipendenza di giudizio.
    In merito ai quesiti, espongo la mia opinione, che traggo da impressioni immediate.
    Il “femminismo” o il suo contario, non credo abbiano spazio nelle valutazioni del carattere e dell’opera scientifica di M.me Curie.
    Si tratta di una personalità notevole, sia sotto il profilo speculativo che morale: i due aspetti non sempre vanno di pari passo .
    Ma l’auspicio del filosofo, in questo caso, era nel senso di poter affiancare al genio scientifico una bella tempra di carattere, per ottenere il massimo da se stessi.
    Per quanto riguarda il “razzismo”, è ammirevole lo sforzo di Einstein di trovare una spiegazione all’asservimento di popoli al potere totalitario, che induce a commettere azioni condannabili e deplorevoli, infime e ignominiose.
    Si può rilevare, in entrambi i giudizi, una grande umanità e generosità d’intenti, la volontà, un po’utopistica, di considerare l’uomo un essere elevato, seppure condizionato da debolezze e difetti legati alla finitudine dell’esistenza.
    Infine, mi pare assolutamente originale e libero, il comportamento privato e pubblico del nostro scienziato-filosofo, giocosamente impegnato a definire regole migliori in tutti i campi, in un costante, esemplare non conformismo.
    Al Palladium di Roma, il primo aprile, si dibatte sul tema “Dalle menti Di Einstein e Picasso un nuovo spazio per l’arte e la scienza”.
    Piccoli passi verso il sapere universale?
    Cordialità vivissime.

  4. Cara Alice,
    se vuoi farti un’idea più completa di Einstein ti consiglio di leggere “Albert Einstein e Mileva Maric – lettere d’amore” ed. Bollati Boringhieri.
    Scoprirai degli aspetti inconsueti di quello che definisci “persona isolata” per carettere…

    Buona lettura
    MarcoP

  5. Grazie dello spunto Marco P!
    Comunque, volevo solo chiarire che non definisco Einstein una persona chiusa per partito preso. E’ che ho letto “Le cinque equazioni che hanno cambiato il mondo” (libro stupendo che mi ha consigliato il mio professore di matematica e fisica) dove veniva descritto un Einstein tale. Un Einstein apparentemente sulle nuvole; magari per gli altri distratto e strano, ma che in realtà era in continua “fase” di riflessione sulla semplice complessità del mondo che aveva attorno.

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